Riflessioni personali sull'etica e futuro della fotografia
Escludendo a priori la polemica tra analogico e digitale (cosa già passata da molto tempo) veniamo al tema più attuale.... Le elaborazioni tramite programmi di fotoritocco (e non parlo solo di photoshop).
Innanzitutto già le impostazione della fotocamera quali bilanciamento del bianco, esposizione ecc. sono elaborazioni automatizzate, fatte sì dai softweristi della marca della fotocamera ma sempre elaborazioni sono, perciò chi viene a dire che le foto non le ritocca sbaglia in partenza.
Io non sono contrario ad elaborazioni che possano rendere le foto più accattivanti sempre nei limiti dovuti. Ultimamente si vedono foto con colori innaturali con saturazione e chiarezza spinti al massimo ma io le reputo immagini non fotografie. l'avvento dei social network ("che uso anch'io") spingono le persone ad enfatizzare il soggetto in maniera di avere più like stravolgendo il senso della fotografia.
Altri esempi di stravolgimenti etici si vedono nella fotografia naturalistica. Ormai un buon 80/90 % delle foto che si vedono sui social sono fotografie ottenute alimentando le specie soprattutto quelle di avifauna. Non dico che non si possa fare anzi ma se si alimenta bisogna farlo per il tutto il periodo invernale al fine di non recare danno alle specie che si sono abituate al cibo facile. Anche nelle fotografie dei fiori spontanei non bisogna eradicare o tagliare la specie per ottenere uno sfocato migliore. Gli insetti fotografati non vanno congelati con ghiaccio spray per ottenere foto in focus stacking di 150 scatti.
Io sono convinto che innanzitutto la vita di un animale valga di più di uno scatto e che il dichiarare la verità su come si è ottenuta la foto non sia una nota di demerito anzi. Faccio un esempio pratico la lince che che ho fotografato al Bayrischer Wald se avessi dichiarato di averla fotografata nella foresta boema (cosa vera)senza scrivere avrebbe fatto più successo?
Ora veniano al futuro A.I.